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Technology & Innovation

Il decalogo che sfida i falsi miti sull’innovazione

I termini innovazione e invenzione non sono sinonimi. Ma è chiaro che tra questi due vocaboli c’è una certa interdipendenza semantica. In alcuni casi, l’innovazione corrisponde a un'evoluzione critica dell’esistente, alla riorganizzazione e all'ottimizzazione di ciò che è noto. In altri, innovare significa navigare in acque sconosciute alla ricerca di idee e soluzioni disruptive.

Ma perché l'innovazione viene costantemente associata alla rottura delle convenzioni?

La risposta è semplice: le convenzioni sono spesso radicate in modelli di pensiero consolidati, in abitudini e in tradizioni che hanno resistito alla prova del tempo. Sfidare queste certezze significa invitare le persone ad accogliere ciò che non si conosce o si conosce poco.

La transizione da un modello consolidato a uno nuovo può creare incertezza e indurre a “fare resistenza", ma è proprio da questa tensione che ha origine il progresso. Nella diatriba tra stabilità e cambiamento si inserisce una serie di falsi miti legati al fenomeno dell’innovazione.

Di seguito i 10 più comuni:

L’innovazione non si può imparare - FALSO MITO numero 1

Questa affermazione può essere interpretata in diversi modi, ma il suo limite è evidente: si è soliti standardizzare i processi di apprendimento. Ma l’innovazione implica la capacità di pensare creativamente, richiede di spingersi oltre gli schemi consolidati. In breve: innovare è un processo che può essere studiato, capito, appreso coltivando le competenze e sviluppando un ambiente favorevole al cambiamento dello status quo.

L’innovazione è tipica di alcuni settori - FALSO MITO numero 2

Innovare significa avere la capacità di intercettare e soddisfare nuovi bisogni. Per riuscirci, è essenziale superare la concezione dell'innovazione come prerogativa esclusiva del mondo high-tech e dei suoi dintorni. È un fenomeno dinamico, che può manifestarsi in svariati modi e in ambiti diversi. Si può innovare anche in settori maturi e tradizionali, adottando approcci che incoraggino e nutrano una cultura aperta al cambiamento e all'accettazione del rischio.

L’innovazione è solo per i geni o i creativi - FALSO MITO numero 3

L’innovazione è collettiva, collaborativa, cross-contaminata, è un processo multidisciplinare che richiede tempo e lavoro di squadra. Basti pensare che dal 1992 il Premio Nobel della Fisica non viene più assegnato a un singolo individuo, ma a un team di collaboratori. Un chiaro segno che il progresso richiede sempre e da sempre sinergia e combinazione di sforzi e competenze diverse.

L’innovazione procede a colpi di fortuna - - FALSO MITO numero 4

È un fatto: la fortuna gioca inevitabilmente un ruolo nell’ambito dell’innovazione, ma non è il fattore determinante. L'innovazione è il frutto di un processo complesso che avanza attraverso passi incrementali e misurabili, coinvolgendo diverse variabili e condizioni. La fortuna tocca anche i leader dell'innovazione sul mercato, come Apple e Toyota, ma per poter registrare un brevetto dopo l’altro, servono, prima di tutto, metodo e competenze. La chiave è riuscire a trasformare l'innovazione in un processo interno ben strutturato, in grado di creare valore significativo per le imprese anche in situazioni apparentemente avverse.

L’innovazione è prerogativa di alcune funzioni aziendali - FALSO MITO numero 5

L’innovazione è una responsabilità condivisa. Sebbene reparti come Ricerca & Sviluppo, Marketing e Digital, possano essere più direttamente coinvolti nell'attività innovativa, è importante riconoscere che l'innovazione è un processo che può interessare più aree e dipartimenti all'interno di un'organizzazione e persino estendersi al di fuori di essa. Si può innovare “in casa” in modo organico, con una logica bottom up, oppure con uno sguardo all’esterno in modalità open attraverso collaborazioni, sinergie e investimenti, bussando alla porta delle realtà che hanno l'innovazione come core business.

Per fare innovazione ogni momento è buono, non esiste un istante ideale.

L’innovazione avviene solo sul posto di lavoro - FALSO MITO numero 6

Innovare è un’attività che non conosce un posto fisso: si può fare innovazione nei contesti e nelle situazioni più disparate, come durante una riunione informale, nel mezzo di una conversazione casuale, al di fuori delle mura dell'ufficio o in auto durante il tragitto casa-lavoro (ricordandosi di cambiare spesso il percorso, per tenere allenata la nostra “learning agility”!).

L’innovazione costa, e costa tanto - FALSO MITO numero 7

L’innovazione può richiedere risorse finanziarie considerevoli, soprattutto quando si tratta di settori tradizionali come l'automotive o il settore farmaceutico. Ma il panorama sta cambiando. Nel mondo dell'innovazione digitale, è possibile sviluppare nuove idee in modo agile e con costi più contenuti. Come? Utilizzando prototipi e seguendo un approccio step by step, che consente alle aziende di testare rapidamente le loro innovazioni e adattarle in base ai feedback raccolti durante il percorso, coinvolgendo nell’attività innovativa più stakeholder.

Bisogna flirtare con tutte le tecnologie, ma non sposarne nessuna.

In questo contesto, la flessibilità diventa una caratteristica di cui le organizzazioni, così come i singoli individui, non possono fare a meno. Essere flessibili significa mostrarsi favorevoli alla sperimentazione, ma anche sapersi adattare rapidamente alle mutevoli esigenze del mercato, riducendo al contempo il potenziale rischio finanziario.

L’innovazione deve essere “vicina al cliente” - FALSO MITO numero 8

Se avessi chiesto ai miei clienti cosa avrebbero voluto, avrebbero risposto un cavallo più veloce

Henry Ford

All’interno di un processo innovativo, il cliente rappresenta la meta da raggiungere non la bussola con cui muoversi. Innovare significa saper ascoltare, suggerire e, soprattutto, anticipare bisogni ancora inespressi o indefiniti, e dunque ancora “non noti” ai futuri clienti e consumatori.

Per fare innovazione servono poche idee, ma buone - FALSO MITO numero 9

Innovare significa lavorare parallelamente sulla qualità e sulla quantità di idee. Il processo di innovazione deve essere costantemente alimentato, tenendo presente che oltre il 90% delle idee potranno rivelarsi infruttuose.

Il fallimento è parte dell’innovazione.

In questo contesto, per ottenere il 10% di valore, è essenziale adottare un approccio di "tech-flirting" (cioè frequentare e sperimentare il maggior numero possibile di nuove tecnologie digitali, senza sposarne nessuna) e mantenere un alto livello di onestà intellettuale nell'abbandonare le idee poco promettenti.

Il successo dell’innovazione non si può misurare - FALSO MITO numero 10
Ma come scegliere le idee da scartare? Il presupposto di base è che il ritorno di un investimento (ROI) su un’idea è misurabile. In questo contesto, svolgono un ruolo determinante i criteri di valutazione e misurazione del peso strategico dell’idea stessa. Nell'ambito dell'innovazione, infatti, gli interrogativi strategici devono superare la definizione standard di profitto, e devono includere altri elementi di giudizio (reputazionali, di posizionamento strategico, di opportunità, ecc.), è necessario chiedersi sempre quale sia il rischio connesso alla eventuale decisione di non abbracciare una idea innovativa (“What if not?”).

Innovare e scoprire significa vedere ciò che tutti hanno visto, ma pensare ciò che nessuno ha pensato

Albert Szent-Gyorgyi

Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1937

Qualunque forma abbia, dal drug repurposing alle tecnologie d’automazione, l’innovazione è questione di approccio, mentalità e collaborazione trasversale alle diverse funzioni all’interno di un'organizzazione. E Angelini Industries questo lo sa bene. L'innovazione è, infatti, uno dei quattro valori fondanti la nostra Carta dei Valori, che ispirano e guidano tutte le scelte, azioni e interazioni alle quali Il nostro Gruppo dà quotidianamente vita. L’obiettivo è instillare un mindset centrato sulla cultura della generazione di idee, valorizzando e creando un tessuto connettivo tra le diverse anime che contraddistinguono una realtà multisfaccettata e multidisciplinare che vive per lo sviluppo del benessere olistico delle persone.

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